La scrittura emozionale

Scrivere è prendere l’impronta dell’anima.

Multatuli

Sebbene per molti la scrittura rimane ancorata alle vicissitudini scolastiche, spesso connotate negativamente e isolate dall’esperienza, all’interno di un percorso individuale mi piace pensare di poter proporre la scrittura come un prezioso strumento per intraprendere il viaggio nella propria interiorità...
La scrittura pensata per recuperare innanzitutto il “piacere” di esprimersi e riscoprire nuove parti di Sé.
Una scrittura che, proprio in quanto veicolo di emozioni, riconquista il suo valore espressivo e terapeutico.
Scrivere è al tempo stesso un atto catartico e conoscitivo.
Si ha bisogno di scrivere per avviare un personale processo di rielaborazione della propria esistenza.
E’ come se si chiedesse al foglio che abbiamo innanzi di parlarci di noi,
di mostrarci lati del nostro modo di essere che noi stessi stentiamo a riconoscere.
Il bisogno può essere quello di mettere ordine, fissare punti di riferimento, smantellare per poi ricostruire, essere aiutati anche a compiere delle scelte, trovare la direzione giusta per andare avanti, quando per qualche motivo si sente d’averla persa.
La scrittura è inoltre valido mezzo per affrontare momenti particolarmente delicati o difficili per elaborare l’affetto connesso a determinate esperienze, che talvolta possono essere percepite come dolorose.
Dare a quei contenuti, spesso informi, la forma delle parole scritte, un ordine grammaticale, un contenitore a delle cose senza forma, é rassicurante.
Ciò che prima ci infastidiva e ci angosciava ora è lì, scritto, nero su bianco. E si può farne ciò che si vuole. Anche liberarsene perfino nelle maniere più crude: farle a pezzetti, bruciarle, affidarle al mare dentro una bottiglia…
La scrittura è contenimento che favorisce la pensabilità delle proprie emozioni, è immedesimazione, è ricostruzione. In essa convergono funzione auto terapeutica e funzione formativa.
La narrazione di sé e in particolare la sua forma scritta, secondo diversi autori, conferisce senso alle esperienze delle persone.
Autori come Michael White e James Pennebaker hanno inaugurato un filone di studi mirati a chiarire gli effetti della scrittura espressiva e i meccanismi psicologici e psicofisiologici che si attivano traducendo in parole scritte le esperienze stressanti e i traumi.
La scrittura può dunque favorire lo stato di salute in generale, favorire il senso di efficacia personale, aiuta ad uscire da circoli viziosi del pensiero improduttivi e autodistruttivi, favorendo invece la costruzione di atteggiamenti e relazioni personali positive.

Bisogna trasformare la scrittura da esercizio di noia ad esercizio di passione, nel quale trasferire la propria vita.
Lo scrivere deve allinearsi al battito del cuore.
La scrittura proposta è una scrittura vivente che amplifica il respiro di chi scrive ed è grazie ad essa che la persona si mostra nella sua interezza.